CompulsioniIl disturbo ossessivo-compulsivo di personalità, molto diffuso nelle culture occidentali, è dovuto in parte all’alto valore che la società attribuisce a certe caratteristiche di questo disturbo. Queste qualità includono una grande autodisciplina, forte attenzione ai dettagli, controllo emotivo e buone maniere. Tuttavia, alcuni individui posseggono queste qualità in una forma così estrema che causa un forte disagio soggettivo. Gli individui con questo disturbo di personalità sono caratterizzati dalla tendenza al perfezionismo, anche sul lavoro, che si traducono nell’attenzione minuziosa per dettagli, “riti” e procedure. Sono presenti un’eccessiva preoccupazione per l’ordine, una forte indecisione, inflessibilità, difficoltà a manifestare le proprie emozioni e tendenza ad essere molto moralisti e critici, verso sopratutto se stessi.

Le persone con disturbo ossessivo-compulsivo di personalità tendono a essere inflessibili, non delegano le attività ad altri, che non sarebbero sicuramente all’altezza di svolgerlo, e sentono la forte necessità di controllare il denaro per prevenire eventuali catastrofi.

Tutto questo insieme di problematiche mentali portano molto spesso ad un’ansia cronica tipica del disturbo d’ansia generalizzato. L’ansia cronica può intensificarsi al punto da causare anche un disturbo di panico, perché gli individui con disturbo ossessivo compulsivo vivono un forte stress dovuto al conflitto tra la loro compulsività e le pressioni esterne. Questi soggetti possono soffrire di depressione e possono infine sviluppare una serie di disturbi psicosomatici, quali mal di testa, mal di schiena e tensioni muscolari.

Quali sono le cause del Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità?

Disturbo Ossessivo-CompulsivoUn ruolo rilevante nell’insorgenza del disturbo ossessivo può essere attribuito ad alcune caratteristiche comportamentali dei genitori degli stessi. Questi, molto spesso, risultano controllanti, poco affettuosi, estremamente responsabilizzanti e rimproveranti. Vedendo i propri figli come adulti in miniatura, richiedendo agli stessi un senso di responsabilità e una maturità assolutamente sproporzionati rispetto alla loro età, ponendo grande enfasi sui valori morali e sui principi etici per poter aver un controllo assoluto sulla loro emotività.

Adottano uno stile comunicativo che tende a minimizzare la portata dei problemi e la difficoltà di risolverli esortando a fare affidamento solo sulle proprie forze. In tale maniera, la persona, essendole negato il sostegno, le attenzioni e gli insegnamenti di cui avrebbe bisogno, vede inibite le proprie emozioni, che vengono viste come mero segno di debolezza e motivo di rifiuto da parte dell’altro.

Come curare il Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità?

Disturbo Ossessivo-CompulsivoLa Dott.ssa Elisabetta Stillitano, attraverso la Terapia Cognitivo-Comportamentale si pone come obiettivo fondamentale quello di favorire nel paziente i cambiamenti necessari a condurre uno stile di vita più flessibile e sereno.

In particolare, il paziente viene aiutato a:

  • riconoscere e accettare i propri stati d’animo e le emozioni, riducendo l’autocritica;
  • alleggerire il senso del dovere, facendolo dedicare anche ad hobby e attività divertenti e rilassanti;
  • porsi degli standard reali e raggiungibili;
  • attuare una maggiore flessibilità nei confronti degli insegnamenti rigidi ricevuti nell’infanzia e nell’adolescenza.

Per raggiungere tali obiettivi, la terapia cognitivo-comportamentale attuata dalla Dott.ssa Stillitano, ricorre ad una serie di tecniche e interventi che possono essere così schematizzati:

  • mettere in discussioni le basi che il paziente ha creato sul suo modo di interpretare il suo modo di vivere la vita, alcune delle quali sono: “Se sbaglio equivale ad aver fallito e quindi merito di essere criticato aspramente”; “Il fallimento non è sopportabile”; “La perdita di controllo è intollerabile e pericolosa”; ”Io ho il potere, con rituali magici o riti ossessivi, di causare o prevenire il verificarsi di catastrofi”;
  • validazione e accettazione, da parte del terapeuta, degli stati interni vissuti dal paziente come errati;
  • tecniche di rilassamento;
  • esposizione graduale alle situazioni temute.